Marche-Abruzzo

Il 24 settembre si celebra la “Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.” In occasione di questa giornata, gli studenti del Corso di laurea in Assistenza Sanitaria dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio”, presieduto dal prof. Tommaso Staniscia, hanno messo in atto interventi di Promozione alla Salute, verso il singolo e l’intera comunità, in un’ottica di Salutogenesi.

Le attività sono state svolte presso tutti i Centri di Accoglienza, afferenti all’ASL 02 di Lanciano-Vasto-Chieti.

Gli Studenti del II e III anno, Camardo Diego, Monachetti Alessandra, Pistillo Alessio Pio e Trave Veronica, durante il tirocinio formativo, hanno dapprima condotto una preliminare “Diagnosi di Comunità” per poi concentrarsi sull’igiene personale e sull’igiene dell’ambiente domestico.

La Giornata mondiale della salute quest’anno è stata interpretata e vissuta nel segno dell’attualità dagli studenti del corso in “Assistenza sanitaria” dell’Università “d’Annunzio”, presieduto da Tommaso Staniscia

L’iniziativa di sanità pubblica alla quale hanno preso parte era rivolta alla popolazione ucraina che ha trovato accoglienza nella nostra regione.

Le attività sono state svolte nel PalaMasciangelo di Lanciano, l’hub dove ai cittadini rifugiati viene prestata assistenza sanitaria di base al momento dell’arrivo in città. Le studentesse del III anno di corso, Alessia Capitanio e Valentina Mincone (foto allegate) che hanno partecipato, nell’ambito dei tirocini formativi e professionalizzanti, coordinati dall’assistente sanitaria  Luciana Petrocelli, si sono concentrate sugli “Interventi di prevenzione”, sul singolo e sulla collettività, attraverso accoglienza, counseling, educazione sanitaria, presa in carico, screening e vaccinazioni, strumenti essenziali nel fronteggiare questa dolorosa emergenza umanitaria.

Chieti. Smettere di fumare è ancora più difficile in un ambiente ristretto come il carcere, dove le persone sono più fragili: lo conferma uno studio dell’unità operativa di Sanità penitenziaria della Asl Lanciano Vasto Chieti, guidata da Francescopaolo Saraceni, dedicato alle donne ospiti dell’Istituto penitenziario di Chieti.

Il 24 marzo 1882 il medico Robert Koch comunica la scoperta dell'agente eziologico della tubercolosi, ancora oggi chiamato “bacillo di Koch”. In occasione del primo centenario, dal 1982 in questa data si celebra la "Giornata mondiale della tubercolosi".

Già nel 1513 il filosofo Niccolò Machiavelli (1496-1527) nell'opera "Il Principe" si interrogava "...a proposito della tisi che all’inizio è facile da curare, ma difficile da diagnosticare e che, col passare del tempo, non essendo stata all'inizio né diagnosticata né curata, diventa facile da diagnosticare e difficile da curare".

La tubercolosi non è scomparsa: ogni anno si registrano circa 10 milioni di nuovi casi. Sebbene curabile nel mondo muoiono più di 4.000 persone al giorno.

L’Italia vanta una grande tradizione nella cura e controllo della tubercolosi (consorzi provinciali antitubercolari). Tale tradizione, ben conosciuta dalla comunità medica nazionale, è considerata un “orgoglio del passato”, ma ad oggi sono soprattutto gli specialisti italiani tra i migliori esperti al mondo nella gestione di tale patologia.

In Italia la malattia non è più endemica, ma colpisce ancora circa 5.000 persone l'anno, appartenenti soprattutto alle fasce più deboli della popolazione. La recessione economica nonché la conseguente carenza dei sistemi di welfare determinano un aumento del rischio di sviluppo, in aree sociali di fragilità quali anziani, immigrati, senzatetto, tossicodipendenti, detenuti...

In aderenza con le evidenze scientifiche e le linee guida nazionali e internazionali, l'unità operativa complessa Sanità penitenziaria della Asl Lanciano Vasto Chieti, diretta da Francescopaolo Saraceni, garantisce l'applicazione delle procedure per il controllo e la gestione di misure atte a monitorare la tubercolosi all'interno del carcere. 

All’interno dei tre Presidi sanitari penitenziari di Chieti, Lanciano e Vasto sono proposti ed eseguiti ai detenuti interventi sanitari quali elementi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria da parte dell'intera équipe sociosanitaria, con un proficuo lavoro in rete insieme ad altri specialisti, quali infettivologi, personale del Servizio dipendenze patologiche, reparti e servizi ospedalieri, Dipartimento di prevenzione. 

La sorveglianza sanitaria è assicurata attraverso l'informazione (anche multilingua), il counselling, la intradermo reazione di Mantoux, l'educazione sanitaria, l'inchiesta epidemiologica, la "compliance" al trattamento farmacologico, o di chemioprofilassi, in caso di infezione tubercolare latente, con la Directly observed therapy (Dot) e le eventuali "spettanze di previdenza sociale" a carico dell'Inps. 

Tali attività sono assicurate dall'assistente sanitaria Luciana Petrocelli, in organico all'unità operativa complessa di Sanità penitenziaria. Gli studenti dell'Università "G. D’Annunzio" che svolgono il tirocinio nei presidi sanitari penitenziari sviluppano abilità e competenze professionali in un contesto complesso e variegato, arricchendo le loro competenze, costantemente seguiti e affiancati da tutor del profilo di riferimento.

Gli Assistenti Sanitari dell’ASUR - Area vasta 2, quali operatori professionisti della prevenzione, promozione ed educazione alla salute, hanno partecipato al Progetto Ccm “Sistema di Sorveglianza sugli otto determinanti di salute del bambino, dal concepimento ai 2 anni di vita, inclusi nel Programma GenitoriPiù”.

Il loro è stato un ruolo chiave nella sorveglianza dei determinanti di salute (assunzione di acido folico, consumo di alcol e tabacco in gravidanza e in allattamento, allattamento al seno, posizione in culla, vaccinazioni e  lettura ad alta voce) proprio perché figure fondamentali nei centri vaccinali in cui si recano le mamme con i loro bambini. Infatti tale personale, adeguatamente formato al fine di eseguire una rilevazione appropriata, ha invitato le neomamme a compilare un questionario dai contenuti e formulazione degli item omogenei. Le rilevazioni sono state realizzate in occasione delle sedute vaccinali, indicativamente al 3°, 5°, 12°, 15° mese di vita del bambino (secondo il calendario vaccinale).

L’assistente sanitario, una volta ritirato il questionario e controllatane la completa e corretta compilazione, ha consegnato all’utente un dépliant informativo sugli otto determinanti di salute del bambino da prima del concepimento ai due anni di vita. Si è creata così un’occasione di incontro e di informazione che ha rinforzato la relazione con le madri e la possibilità di implementare un rapporto di fiducia con le stesse.

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