Dalle sale di registrazione ai libri, dai palchi ai tirocini per coniugare la vita da rapper e quella da assistente sanitario.
Qualche giorno fa abbiamo conosciuto su Instagram, Jacopo Ciulla, un ragazzo che si è laureato in Assistenza sanitaria all’Università degli Studi d’Annunzio di Chieti.
Jacopo, classe 1994, non è solo un assistente sanitario ma anche un rapper, conosciuto maggiormente nelle zone del Teatino con lo pseudonimo “CJ66100” (66100 è il CAP della sua città). La cosa ci ha incuriosito, per questo abbiamo deciso di intervistarlo e farci raccontare come è riuscito a conciliare i due mondi.
Ciao Jacopo, abbiamo letto una tua intervista rilasciata al ChietiToday risalente al 2015. In quel periodo frequentavi il secondo anno di Università. Come è cambiata la tua vita ad oggi? Ti sei laureato?
Innanzitutto, un saluto a tutti gli Assistenti Sanitari, gli studenti di Assistenza Sanitaria, ai lettori che per la prima volta si approcciano al mondo degli Assistenti Sanitari e, ovviamente, un grazie ad AsNAS per aver voluto quest’intervista!
Sono passati poco più di 3 anni da quell’articolo e sono cambiate molte cose: prima di tutto mi sono laureato con il voto 100/110 presentando la mia tesi sulle dipendenze da Social Network. Una prova finale che ho sviluppato con la supervisione della mia relatrice Luciana Petrocelli, la quale si è dimostrata molto paziente nei miei confronti e fortemente appassionata alla causa, cosa che ho apprezzato molto, per questo colgo l’occasione per salutarla.
Come sei riuscito a combinare il tuo essere artista allo studio e all’ambito lavorativo?
Tra pochi giorni sarò iscritto all’Albo degli Assistenti Sanitari e finalmente potrò iniziare ad esercitare il lavoro per cui ho studiato e che mi piacerebbe veramente fare.
Oltre a studiare ho sempre lavoricchiato dall’età di 16 anni, facendo lavoretti di ogni genere, dall’idraulico ai piccoli traslochi. Già allora facevo musica ed iniziavo ad aprire i concerti di rapper molto conosciuti a livello nazionale (ad esempio Entics e Fedez ndr.), fino a quando, insieme alla persona con cui avevo il gruppo e con cui tuttora sono molto amico, ho deciso di aprire un piccolo studio di registrazione sotto casa. Questo mi ha permesso di non andare a registrare in altri studi e avere una maggiore indipendenza e flessibilità oraria oltre che di invitare altri ragazzi a registrare presso la struttura.
Lo studio è rimasto in attività fino ad Aprile 2017, quando ho dovuto chiuderlo per motivi organizzativi, avendo iniziato a lavorare nel servizio qualità di una società presente nella mia città. Devo dire però che non è mai stato completamente inutilizzato, infatti, lo sto ancora usando per concludere il Mixtape che uscirà tra Aprile e Maggio di quest’anno.
Cosa ti ha portato a scegliere assistenza sanitaria come università?
Ho frequentato l’ITIS della mia città con tanto sacrificio, senza mai aver spiccato nei voti. Per capirci: mi trovavo gli 8 ed i 9 in materie come italiano, storia e diritto mentre invece, dall’altra parte, qualche insufficienza nelle materie tecniche, più rilevanti in questo tipo di istituti. Ciò nonostante ho concluso la scuola nei 5 anni, diventando Perito Elettrotecnico. Sinceramente una volta concluso questo percorso scolastico mi sarei immaginato di tutto…tranne che fare l’Università.
Ho sempre avuto la consapevolezza di essere una persona molto sveglia ed intelligente, ma avendo avuto esperienze non proprio idilliache con i professori della scuola superiore decisi di non studiare più ed iniziare a lavorare. Ero però consapevole della crisi economica, perciò dopo essermi attentamente informato rispetto al futuro incerto di certe categorie di lavoro e sempre spronato dalla mia famiglia, decisi di iscrivermi all’Università.
Diciamo che la persona che mi ha indirizzato verso una professione sanitaria è stato Andrea, uno dei miei più grandi amici. Rimasi veramente colpito quando scoprii il corso di laurea in assistenza sanitaria e la figura dell’Assistente Sanitario: il professionista della salute che come scopo ha la prevenzione, l’arma più preziosa per contrastare alcune malattie e restare sani. Da qui la scelta di iscrivermi al test di ammissione che mi ha portato dove sono ora.
Raccontaci uno dei ricordi più belli legati all’università e uno invece legato al tuo essere rapper?
Bella domanda, parto da quello legato all’essere rapper.
Per tutte le persone che fanno musica, la gioia più grande è vedere il proprio prodotto apprezzato dalla gente, sia su internet che su un palco vero e proprio. Partendo da questa considerazione, quindi, mi sembra doveroso ricordare due momenti: l’apertura del concerto di Entics, in quel periodo primo in tutte le classifiche ed il primissimo live che organizzammo nel posto in cui trascorro la maggior parte dei miei sabati pomeriggio. Quel giorno vennero a sentirci oltre 300 persone paganti, sapevano tutte le nostre canzoni a memoria. Sono molto orgoglioso di quella data.
Per quanto riguarda l’Università i ricordi più belli sono legati ai tirocini nei quali ho imparato molto e sono stato anche apprezzato dai responsabili dei servizi che ho frequentato: sono venuto anche a sapere di alcuni che hanno contattato personalmente il coordinatore dei tirocini della mia università ringraziandoli e complimentandosi per aver mandato una persona come me in quella struttura: sono fiero di questo.
Concludo la risposta dicendo che molti ricordi bellissimi, sia dell’essere rapper, sia dell’essere uno studente di Assistenza Sanitaria, sono legati alle persone conosciute. Mi sono fatto tantissimi amici all’Università, che sento tuttora in maniera regolare, con cui ho passato momenti fantastici, ed altrettanti nel mondo Hip Hop dove la cosa che mi fa più piacere è che, oltre ad essere rispettato per la mia musica, sono molto rispettato per la persona che sono. Tra le persone fantastiche conosciute nel mondo Hip Hop non posso far a meno di menzione la mia fidanzata che ho conosciuto ad una serata benefica che abbiamo organizzato per le vittime del terremoto di Amatrice. È stato un successo, Il ricavato della serata l’ho consegnato personalmente alla sede della Croce Rossa della mia città.
Hai pensato al tuo futuro? Come procederà la tua vita in ambito lavorativo e artistico?
Nonostante il seguito che ho creato in ambito musicale, ho sempre avuto la consapevolezza di non riuscire a fare della musica un lavoro, le cose cambiano in continuazione: uno su mille ce la fa. E sinceramente, non dedicando la mia vita completamente alla musica, dubito che quella persona su mille possa essere io.
Per quanto riguarda il futuro come ho già detto in precedenza non vedo l’ora di iniziare a lavorare come Assistente Sanitario, so di poter dare tanto!
Quando scrivi un pezzo sei mai stato ispirato dalla professione? C’è un argomento su cui vorresti scrivere un pezzo freestyle?
SI! Nel pezzo “Le 12 Fatiche” che, tra l’altro, su YouTube ha superato le 10mila visualizzazioni, tratto il tema della depressione e dell’uso di sostanze come alcol e droga.
Mi piacerebbe scrivere una canzone più specifica, però, sui pericoli dell’assunzione di droga.
Nelle mie canzoni parlo spesso di sostanze raccontando le mie esperienze. Avendo fatto molti live, spesso nei backstage o nei camerini mi sono trovato a contatto con persone che mi hanno offert queste sostanze, ho avuto amici che si sono fatti la comunità, persone che conosco fin da quando ero piccolo che si sono veramente rovinate, economicamente e personalmente, con la cocaina. Quindi vorrei sensibilizzare le persone verso questi rischi e far capire che alla droga si può dire di no.
Nel singolo che uscirà come presentazione del Mixtape dico: “Parlo forte e non abbasso i toni, / i tuoi fanno le nuvole, / ma non sento i tuoni, / CON I POLVERONI TIRATI SU COL NASO, / CHE CE L’HO AVUTA DAVANTI, / ED HO PURE RIFIUTATO!”
Nel 1919 nasceva la nostra professione. Rivolgi un augurio agli assistenti sanitari per il centenario della professione.
Un grande augurio a tutti gli studenti e gli Assistenti Sanitari! Abbiamo spento 100 candeline, abbiamo un secolo di storia alle spalle, ma siamo più attuali che mai!
Per contattare JC66100: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Grazie a @clernik per l'ntervista.